Inizia NCV school

Lezioni avviate alla NCV School: l'inclusione attraverso la lingua

A poco più di un mese dall’avvio della NCV School, abbiamo condiviso con le aziende e le organizzazioni bolognesi firmatarie della Carta della Logistica Etica l’esperienza della nostra scuola di italiano, dedicata ai soci e ai dipendenti di origine straniera. Giovedì 6 marzo, la Presidente Samanta Zucca e la Direttrice Risorse Umane Noemi D’Ambrosio hanno presentato, in un incontro promosso dalla Città Metropolitana, i numeri, le impressioni e i primi risultati di questa iniziativa. Il corso, completamente gratuito, è stato realizzato in collaborazione con Insieme per il Lavoro, la Diaconia Valdese e la scuola By Piedi - Marina Gherardi. Oggi, 27 soci e dipendenti partecipano alle due lezioni settimanali, della durata di un’ora ciascuna, presso la nostra sede di Valsamoggia. Gli studenti sono suddivisi in due gruppi: otto frequentano il corso base, rivolto a chi ha conoscenze minime o nulle della lingua italiana, mentre diciannove seguono il corso di livello A1, che permette loro di sostenere una conversazione in italiano. Tutti lavorano nei nostri magazzini e provengono da dodici Paesi diversi, dall’Africa al Sud-Est asiatico, con una prevalenza di corsisti originari del Pakistan. L’età varia dai 23 ai 61 anni e, sebbene alcuni siano in azienda da tempo, la maggior parte è stata assunta di recente.


Emanuele Zambelli, HR Specialist di NCV, sottolinea l’importanza di questa iniziativa: “NCV School è un esempio virtuoso di come la formazione linguistica possa diventare un ponte per l’inclusione e la crescita professionale, contribuendo a creare un ambiente di lavoro più coeso e accogliente. Non si tratta solo di facilitare la comunicazione sul lavoro, ma anche di promuovere l’integrazione sociale. Molti lavoratori stranieri interagiscono prevalentemente con colleghi della loro stessa nazionalità: questo corso offre loro un’opportunità concreta per ampliare il proprio orizzonte linguistico e culturale. L’apprendimento della lingua migliora sensibilmente anche l’integrazione delle loro famiglie nel nostro territorio”. Abbiamo incontrato Cinzia Belardinelli, una delle due insegnanti della scuola By Piedi coinvolte nel progetto, per farci raccontare come sta procedendo questa esperienza.

Come sei arrivata a insegnare alla NCV School?
Mi sono laureata in lingue orientali e ho iniziato la mia carriera in Turchia e a Cipro, dove ho insegnato italiano per diversi anni. Tornata in Italia, ho conosciuto la scuola di volontariato By Piedi a Bologna e ho iniziato a collaborare con la Diaconia Valdese, che ne gestisce le attività. Quando le rappresentanti di NCV hanno assistito a una nostra lezione, hanno apprezzato il nostro approccio e l’atmosfera inclusiva, e da lì è nata l’idea di questo progetto.

Quali sono le principali sfide nell'insegnare l'italiano a persone straniere? La sfida più grande è evitare di dare per scontato ciò che per noi è ovvio, ma che per chi proviene da culture diverse può non esserlo affatto. Ad esempio, esercizi come i cruciverba, che per noi sono abituali, possono risultare completamente nuovi per alcuni studenti. Inoltre, per chi proviene da lingue con sistemi di scrittura differenti, l’apprendimento dell’alfabeto italiano è un passo fondamentale.

Che tipo di studenti partecipano alle lezioni?
Il gruppo è molto eterogeneo: ci sono lavoratori pakistani, bengalesi, persone provenienti dall’Africa occidentale e alcuni parlanti arabi. Molti di loro hanno un percorso scolastico alle spalle, ma ci sono anche studenti non alfabetizzati nella loro lingua madre, il che rende l’apprendimento ancora più complesso”

Come si svolgono le lezioni?
Adottiamo un approccio interattivo e pratico. Partiamo dal parlato per poi arrivare alla scrittura, adattando le lezioni alle esigenze specifiche dei lavoratori. Utilizziamo anche documenti e pratiche burocratiche che le persone si trovano a dover gestire nelle incombenze quotidiane, per capire a cosa servono, come si utilizzano, ecc… Un aspetto distintivo della NCV School è il focus sul linguaggio lavorativo: insegniamo il lessico della logistica e le espressioni più utilizzate in azienda, con particolare attenzione agli imperativi, che sono molto frequenti nelle comunicazioni lavorative.

Hai già notato progressi nei tuoi studenti?
Sì, anche se siamo solo all’inizio. Un episodio che mi ha colpita riguarda un signore indiano che, il primo giorno, era molto timido e restava in disparte. Dopo alcune lezioni, è arrivato sorridendo e ha salutato in italiano. È stato un momento significativo, che dimostra quanto la lingua sia essenziale per l’integrazione e l’autostima.

Pensi che un modello del genere possa essere replicato in altre aziende?
Assolutamente sì. Un corso di lingua aziendale migliora non solo la comunicazione sul lavoro, ma anche la motivazione e il senso di appartenenza dei dipendenti. Credo che molte altre aziende potrebbero trarre grande beneficio da iniziative simili.